Pellegrinaggi
Il
santuario è la casa di Maria, la dimora della fede, dove il
Signore è accolto costantemente dalla Vergine e incessantemente
donato al mondo. I pellegrini vi si recano con sicuro intuito, per
cercare “nella fede di Maria il sostegno per la propria
fede” (Ioannis Pauli PP. II, Redemptoris Mater, 27).
Entrando nella casa di lei essi trovano sempre, come i magi, “il
bambino con Maria sua madre” (Mt 2, 11) e prostrandosi lo
adorano.
Tale
esperienza di Dio non si deve però esaurire nel santuario, essa
deve determinare una svolta decisa, aprire un cammino nuovo di
testimonianza nella vita di ogni giorno.
A
questa interpretazione del pellegrinaggio invita la stessa Sacra
Scrittura. In essa il pellegrinaggio al santuario è visto come
punto qualificante della vita spirituale (cf. Dt 16, 16),
come gioiosa esperienza comunitaria (cf. Sal 84, 12) a cui
annualmente partecipava anche Gesù con i suoi genitori
(cf. Lc 2,
41-42); esso conduce davanti al Signore, a ricercare il suo volto, a
sperimentare la gioia della sua casa, ombra-figura di quel tempio
escatologico in cui si trarrà dalla diretta visione di lui una
felicità senza fine. Sarà un giorno senza tramonto nella
casa di Dio, che vale ben più di mille giorni passati altrove
(cf. Sal 84, 11). L’esperienza del tempio - con la sua
storia, i suoi ricordi, la sua grazia, il suo splendore - suscita lo
stupore del pellegrino, la gioia della fede, il proposito di percorrere
strade nuove e di raccontare a tutti come i pastori e gli apostoli
quello che si è visto e udito (At 4, 20).
San Giovanni Paolo II
Visita Pastorale del Vescovo Marco
Foto Diocesi di Mantova
Foto Biblioteca Comunale Cavriana
Foto Renato Gianello
Preghiera del pellegrino
Da Pregare Maria oggi di Danilo Sartor
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